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Breve storia di Iglesias

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Una guerra mondiale che aveva coinvolto, come "carne da macello", i giovani sardi delle famiglie più povere, riconsegna alle miniere del Sulcis-Iglesiente i sopravvissuti. I reduci si organizzano e non vogliono più sottostare al vecchio sistema che li aveva resi marginali e si forma il "Partito dei combattenti" che convergerà prevalentemente nel Partito Nazionale Fascista e nel Partito Sardo d'Azione. Dopo una "protesta per il pane" e una resistenza dei minatori piegata dalle forze governative con durezza e determinazione (eccidio di Iglesias, martedì 11 maggio 1920), s'impone la linea dura degli imprenditori minerari dell'Iglesiente, tutti membri illustri dell'Associazione Mineraria Sarda, organizzati in associazioni massoniche sull'esempio inglese e francese: essi assoldavano masnade di picchiatori e delinquenti per piegare ogni resistenza della classe operaia mineraria, con violenze e omicidi che diedero origine allo squadrismo fascista. Parte dei massimalisti socialisti (i rivoluzionari del 'tutto o nulla') converge nel PNF e parte nel PCd'I dopo la scissione del PSI (Livorno, 21 gennaio 1921). Nascono il Partito Socialista Unitario e il Partito Comunista d'Italia, poi il Partito Sardo d'Azione; i cattolici si coalizzano col Partito Nazionale Fascista e impongono la dittatura con un colpo di stato (28 ottobre 1922) e con brogli elettorali e violenze (6 aprile 1924). Una parte della popolazione può crescere la prole che alcuni riescono a far studiare, oltre la licenza elementare, in scuole pubbliche; c'è il teatro e ci sono locali da ballo, spazi per attività sportive. Nel Sulcis-Iglesiente s'impone una dittatura con la forza e con la dipendenza economica da una monocultura industriale mineraria che sembra essere eterna e salvifica e, nonostante gli scontri violenti e le lotte civili, fa accettare una dittatura fascista, fomentata e alimentata dalla classe borghese industriale e protetta con le violenze e i soprusi.

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