La necessità di un cambiamento di paradigma è ormai a tutti evidente.
Abbiamo bisogno di nuovo modello economico e anche e soprattutto di un nuovo modello culturale. Siamo consapevoli che un simile passo, per la sua criticità e importanza, non possa essere calato dall’alto. La via più semplice non paga, è necessario uno sforzo collettivo, una volontà che dal basso ricostruisca il suo modello locale come un capo sartoriale, tagliato sulla misura delle necessità e delle risorse del territorio. Per questo parliamo di “Città laboratorio” perché abbiamo compreso la necessità vitale di ridiscutere ogni elemento che ha caratterizzato finora la nostra comunità.
Il dubbio e l’immaginazione collettiva sono gli elementi che caratterizzano la nostra ricerca di soluzioni e la nostra volontà di analisi approfondita.
Questo processo ha bisogno di realizzare una sintesi tra diversi punti di vista, non più divisi dalla politica ma uniti dalle istanze reali della cittadinanza e del territorio. Vogliamo ricostruire da zero (bootstrap) realizzando la rinascita culturale ancora prima della ripresa economica.
Ci piacerebbe condividere, con molti di voi, un processo di partecipazione collettiva che dalle parole ci porti ai fatti concreti attraverso l’associazionismo e il volontariato orientato su precisi progetti di recupero e di attivazione delle energie comuni su temi specifici e di evidente ricaduta sulla vita quotidiana di ognuno. Vogliamo partire da qui per realizzare un processo a cascata di creazione d’impresa e di innovazione territoriale.
A questo fine abbiamo pensato che fosse utile raccogliere i pareri qualificati di molti cittadini competenti e appassionati, che amano la propria comunità e vogliono migliorarla per il bene comune.
Abbiamo pensato di chiedere aiuto, in una prima fase, a qualche decina di donne, preparate, entusiaste e competenti. Donne che hanno già dato prova, di generosità e di passione. Donne che possono, da sole, cambiare il passo della nostra comunità con ingegno, fantasia e impegno!
Questo è il punto di partenza al quale si affiancheranno diverse fasi per coinvolgere altri cittadini con caratteristiche simili a quelle descritte e chiunque voglia proporsi come autore o autrice di suggestioni culturali e di un’analisi o di una sintesi dei problemi del territorio e delle possibili soluzioni.
L’augurio che ci facciamo è che possiamo capire insieme i punti chiave del malessere dilagante e incidere sul miglioramento effettivo della nostra comunità per ricostruire la fiducia e l’armonia perdute.
Cominciate a pensare a come contribuire al blog collettivo!
La chiamata sta per arrivare.
2 Replies to “Perché un blog collettivo?”
Non sarebbe male che si possano superare gli steccati e le invidie che separano spesso le tante associazioni che operano nella nostra cittadina. Ho le mie perplessità dovute alla lunga esperienza, ma ho anche fiducia che tutto possa, sempre, essere cambiato. Io ci metterei la mia buona volontà e l’amore per Iglesias!
Le associazioni del territorio sono molto eterogenee, ognuna sembra vivere in un mondo a parte. Molte associazioni hanno difficoltà a trovare una sede o hanno una sede che sentono come provvisoria. Penso che gli sforzi di una comunità coesa dovrebbero essere diretti verso la razionalizzazione e l’attivazione di tutte le risorse materiali bloccate, non operative e in disuso. Questo renderebbe i cittadini più decisi a consolidare le proprie attività e aumenterebbe la propensione a collaborare. Le invidie si possono trasformare in energie positive se si rimuove la sensazione di precarietà nello svolgere le proprie attività.
Ma ciò non basta!
Questo sistema di portali vorrebbe fornire servizi elementari di informazione, discussione e comunicazione trasversale, per facilitare le eventuali collaborazioni tra associazioni e singoli cittadini.