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Educare alla creatività

Mauro Ennas intervista Christian Castangia per il Blog collettivo iglesiente.

La creatività non si imbriglia, non si può fermare la creatività, e quando incontra la curiosità delle giovani menti diventa un propulsore, il motore della conoscenza.

L'ha ben capito il maestro innovatore dell’Istituto Comprensivo “Costantino Nivola” di Iglesias, Plesso di Campo Romano.

La sua consapevolezza di cosa sia utile ai giovani e alle giovani allieve per crescere e potenziare la propria curiosità e creatività lo ha sempre spinto a cercare nuove azioni educative che stimolassero la comprensione del mondo circostante in modo attivo e propositivo. I video, le performance (coreografie, flash mob, danza, sceneggiatura, regia, murales, cura del verde...) ma soprattutto il gioco e l'impegno contraddistinguono la sua azione educativa.

Ci piacerebbe che ci rendesse partecipi del metodo e dei sentimenti che l'accompagnano nel percorso formativo insieme a suoi allievi e allieve.

La ringrazio, anche a nome del Blog collettivo iglesiente, per avere accettato di rispondere a questa intervista asincrona e per il suo impegno costante nella diffusione dell'educazione a favore del territorio del Sulcis Iglesiente e non solo.

Grazie per essersi reso disponibile! 

Il piacere è tutto mio, sono felice di poter dare il mio umile contributo al vostro blog in quanto sono e mi reputo un semplice maestro di periferia o come mi ha definito qualche collega un “cattivo maestro”, che porta con sé l’interesse primario di poter crescere insieme ai propri allievi e allieve. Ho 47 anni e sono nato e cresciuto in questa splendida città, amo tantissimo il cinema che utilizzo anche nella mia professione per documentare esperienze di vita a scuola. Utilizzo quest’arte come strumento per una scrittura collettiva e racconto espressivo partecipato con gli allievi e allieve, in quanto credo sia necessario, nonché importate, documentare i percorsi di senso che mostrino alla cittadinanza un modo alternativo di vivere la scuola.

 

 

Innanzitutto, dopo essersi presentato brevemente ai nostri lettori, potrebbe riassumere com'è nata l'idea di sperimentare e consolidare metodi creativi di educazione scolastica?

Come dicevo mi reputo un appassionato cinefilo, e approfondendo quest’arte grafica l’ho voluta sperimentare anche all’interno delle mura scolastiche. Questa passione risale a tanto tempo fa, ma ha avuto il su apice anche nei miei studi universitari, quando per la mia laurea in scienze dell’educazione ho scritto una tesi sul cinema.

Nel 2000 ho avuto la possibilità di conoscere, all’età di 26 anni, il regista Nanni Moretti e stare a Roma con lui per tre giornate intere, in modo da raccogliere il materiale per la mia tesi, interamente dedicata al regista e in cui analizzavo tre dei suoi film più celebri. Quella per me fu davvero un’esperienza indimenticabile. Per rispondere alla tua domanda, dopo questa premessa, posso affermare che il cinema come ben sapete è fatto di immagini (io dipingo) e sonoro (amo anche tanto cantare) e visionando e documentando tante opere di grandi registi ho pensato alla fattibilità di portare quest’arte anche nella didattica per conferirle un linguaggio innovativo, rivolto a una maggiore categoria di persone soprattutto ai più giovani d’oggi che sono dei nativi digitali e amano i video.

 

Quali valori convoglia una così complessa iniziativa?

I valori sono molteplici ma a noi piacciono maggiormente quelli umani dove risaltano sensibilità, cura e rispetto dell’altro diverso da sé. I flash mob, le panchine a tema sociale, gli inviti da parte di associazioni locali che promuovono una cultura della tolleranza sono per noi occasioni di sviluppo emotivo pregne di un senso civico, condiviso e partecipato. Con l’obiettivo di porre in essere nella pratica quello che viviamo a scuola. All’interno dell’aula siamo una comunità operante perché non dovremmo applicarlo anche nella vita di tutti giorni fuori dall’aula? Impegnandoci in questo senso siamo e ci consideriamo dei cittadini attivi, per il bene comune e per sensibilizzare i nostri concittadini su tematiche molto importanti e sempre attuali.

 

Quali i metodi e quali le azioni caratterizzanti, ma soprattutto qual è l'impatto riscontrabile in termini di risultati, dopo anni di esperienza sul campo, sui giovani e le loro famiglie?

Credo rimanga impressa l’esperienza, un vissuto piacevole e condiviso che è difficile cancellare soprattutto se crea benessere e partecipazione. Con i genitori si crea subito un patto d’alleanza, si chiarisce fin da subito quali approcci e metodologie verranno promosse sul campo. Penso che a caratterizzarmi sia la chiarezza dei miei intenti.

Noi a scuola applichiamo una didattica cooperative learning, a costo zero, senza compiti e senza zaino. La maggior parte del materiale lo forniamo noi insegnanti. Come direbbe il grande maestro Mario Lodi siamo maestri e maestre che liberano, io non ho inventato nulla per questo posso affermare con molta umiltà che mi ispiro prevalentemente a questi grandi pensatori pedagoghi tra cui troviamo Maria Montessori, Don Lorenzo MiIani, le sorelle Agazzi Rosa e Carolina, Gianni Rodari, Alberto Manzi, Gianfranco Zavalloni e tanti altri… Applico quello che ho studiato.

 

L'importanza e la rilevanza che assume la sua azione, l'energia creativa che la caratterizza, ci fa comprendere il vero significato di un impegno e di una responsabilità. Come rispondono i suoi giovani allievi al suo metodo, quali sentimenti ed emozioni li animano?

Il sentimento è quello di una scuola felice, di un luogo meraviglioso dove si impara giocando e viceversa ma anche dove le esperienze sul campo dominano su tutto l’apprendimento. In aula si costruisce insieme, i bambini e le bambine si muovono come dei veri maestri in quanto è il loro presente e il loro spazio scuola. Io sono un semplice spettatore che ogni tanto stimola il loro apprendimento per sentire che cosa riescono a portar fuori dal loro vissuto e dal loro pensiero magnifico e immaginoso. Sono molto fortunato perché posso imparare da loro la bellezza della vita e dell’essere parte di una comunità che pensa per tutti NESSUNO ESCLUSO.

 

Quali sono i valori e gli obiettivi che vorreste fossero trasmessi interamente ai cittadini di questa comunità e all'intero territorio?

Non ho grandi aspettative ma questo mi caratterizza in generale, mi piace costruire gradualmente e lentamente e godermi la crescita culturale ed emotiva dei bambini e delle bambine. Nei confronti della mia comunità credo che certe iniziative facciano bene al cuore di tutti, i bambini sanno commuovere gli animi e io mi emoziono tantissimo insieme a loro, è la bellezza del mio ruolo nella scuola e questo mi basta.

 

Collabora con altri docenti della sua scuola oppure il suo è un caso isolato?

Certe iniziative sono state condivise con altre realtà scolastiche e in alcuni casi con colleghi e colleghe del mio istituto. Molte associazioni e la nostra amministrazione comunale ci coinvolgono come classe in quanto depositari di certi valori sociali, questo ci rende fieri e impegnati in senso civico. Collaboro molto spesso con la collega Barbara Mura in quanto, oltre che condividerne la vita privata con tre splendidi figli, abbiamo lo stesso sguardo per la scuola e l’educazione.

 

Può spiegarci quali sono state le principali difficoltà affrontate finora?

Nei tempi in cui viviamo mi mancano certe manifestazioni all’aperto, dove si partecipava con numero vastissimo di giovani, provenienti da scuole di ogni ordine e grado. La difficoltà di oggi è proprio questa: temo che non si potrà più vivere spontaneamente come prima, certe esperienze in pubbliche piazze sono e saranno un lontano ricordo.

 

Qual è il ruolo della tecnologia nell'educazione scolastica?

Ha un ruolo dominante, la didattica che pongo in essere è fortemente legata alla tecnologia e, come ho detto in precedenza, un linguaggio più vicino alle giovani generazioni. Rispetto molto il loro modo di apprendere, i bambini e le bambine conoscono molto bene la tecnologia e io mi lascio guidare anche dal loro sguardo e dal loro agire.

 

Che ruolo riveste nel supporto e nella qualità dell'insegnamento?

Non saprei, per me è naturale usare le tecnologie, i libri sono anche in digitale, gran parte dei software e piattaforme si possono comprendere e utilizzare solo se si ha una visione digitale e tecnologica dell’insieme. È naturalmente un approccio sistemico, si usa il digitale ma si rimane anche sui libri di lettura cartacei, il loro profumo è incomparabile.

 

Lei è attivo anche come animatore di un'associazione culturale cittadina e impegnato su temi sociali, politici e civili, quali sono i consigli che può dare ai giovani che intendono impegnarsi per la propria città?

La nostra associazione TUTTO CAMBIA è molto impegnata nel sociale perché nasce prevalentemente per promuovere e sostenere il bene comune sia in termini di risorse umane che di beni e patrimoni culturali.

Ai giovani consiglierei di non arrendersi mai, perché c’è sempre una soluzione. Proporrei loro di non rinunciare ai sogni e agli ideali che hanno nel cassetto e che intendono promuovere. Mi piacerebbe che in città ci fosse un centro giovanile e un centro per anziani. Sono certo che verrebbero fuori tante belle idee e iniziative. Lo dico perché mi è capitato di incontrare tantissimi giovani, portando in giro i miei film e cortometraggi nelle scuole, e sono emersi tanti bisogni che, secondo me, come adulti dovremmo, come minimo, ascoltare se non predisporne un’imminente applicazione. Nei miei film sono sempre presenti i giovani, li reputo indispensabili mi hanno dato sempre un grosso aiuto e supporto significativo. La nostra città è piena di talenti, diamogli spazi e spazio e vedremo crescere bellezza dappertutto.

 

Cosa prevede di fare nell’immediato futuro, ha dei progetti nel cassetto che vuole, anche solo parzialmente condividere con noi?

Senza alcun problema, possi dirvi che devo urgentemente ultimare il montaggio del mio film SANTA sull’Halzheimer sono anni che è rimasto incompleto. Ho del girato che riguarda il pittore scomparso di recente Luciano Zoppo, spero di farne umilmente un degno omaggio da donare alla città. Più avanti ci saranno alcune collaborazioni con amici artisti che mi vedranno coinvolto nella realizzazione dei loro videoclip musicali e a breve degli amici registi toscani verranno in Sardegna per documentare filmicamente la mia esperienza didattica come maestro. Non so cosa ne verrà fuori, ma ho accettato volentieri anche se questa volta starò dall’altra pare dell’obiettivo, ma credo che tutto faccia esperienza e a me piace molto esperire.  

 

 

Grazie e buon lavoro.

Grazie a voi per avermi proposto questa intervista.

 

 

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Christian Castangia

(Iglesias, classe 1974) 

2001 Laurea triennale in scienze dell’educazione;

2007 Laurea specialistica in Scienze della Formazione Primaria; 

Ho partecipato alla stesura di due libri uno sul tema dell'autismo, “Slegami”, presente alla fiera del libro di Torino, e l'altro che documenta la mia esperienza di Pace "La carovana dei Pacifici” presente alla fiera del libro di Bologna.

         

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